L'8 settembre 1613 moriva, a 47 anni, Carlo Gesualdo, principe di Venosa, eccelso madrigalista e compositore di musica sacra. Accanto al genio e alla nobiltà, la storia ne ha tramandato la vita privata, tra cui l'aspetto malinconico e un evento tragico, un delitto passionale. Alle verità storiche e incontrovertibili si affiancano dunque i dubbi e le visioni contrastanti. Da un lato i madrigali, testimonianza concreta della sua genialità, dall'altro l'ombra sulla sua figura di uomo e sugli eventi che lo hanno reso protagonista. Così, a quasi quattrocento anni di distanza, in soccorso ai buchi della storia arrivano, come cavalieri della verità, scrittori e romanzieri, studiosi per passione che, per dare forma ai loro libri, hanno attinto a una già consolidata bibliografia, tra cui le ricerche di padre Cipriano De Meo, del professore Annibale Cogliano, di Antonio Vaccaro e, prima ancora, di Giacomo Catone che, nelle sue "Memorie gesualdine" del 1840, riprende i racconti sul principe omicida prodotti dalla letteratura scandalosa della seconda metà del '600. Lo stesso abate Catone, sulla scia della leggenda popolare, attribuisce a Carlo l'uccisione, per asfissia, di un figlio, ritenuto non suo, in una sala del castello.
Il risultato è un'attenzione crescente per la figura del principe che, in vista del 2013, il quarto centenario dalla sua morte, si preannuncia ancora più intensa. Nello scaffale dei volumi dedicati a Carlo si sono aggiunti così, negli ultimi anni, i lavori della scrittrice Dora Liguori (Carlo Gesualdo.Principe di Venosa, principe dei musici), del medico, appassionato di letteratura Giovanni Savignano (Intrighi, Carlo Gesualdo tra musica, amore e morte), e di Francesco Caloia (Gesualdo & Gesualdo), preside del liceo "Guido Dorso" di Ariano. Ma qual è la vera storia del principe dei musici? Spesso sono gli stessi scrittori a sollevare interrogativi. Come il dott. Savignano che pone quesiti sulla verità del fatto di sangue. Dietro al piano che portò alla morte dei due amanti, di Maria D'Avalos e Fabrizio Carafa, ci sarebbero lo zio Giulio e alcuni fedelissimi di casa Gesualdo. Assieme alla vendetta per salvare l'onore della famiglia si profila l'ipotesi di una guerra per interessi economici. E qual è il vero volto di Carlo? Sui ritratti di alcune tele conservate a Gesualdo ci sono alcuni dubbi. Mentre è certo che Carlo sia raffigurato nella Pala del perdono, opera da lui commissionata al fiorentino Giovanni Balducci, non tutti sono concordi sull'attribuzione di identità della nobile figura maschile ritratta nella "Madonna della Neve" (Chiesa di San Nicola).L'elsa della spada non rappresenterebbe il Leone, simbolo della famiglia Gesualdo, ma sarebbe, come il distintivo sul petto, un simbolo dell'ordine dei Gerosolimitani, più vicini ai Ludovisi.
Il mistero che più appassiona è forse quello della sepoltura. Il corpo di Carlo si trova a Napoli oppure nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie? Nel capoluogo partenopeo una scritta lo ricorda ai piedi della sontuosa cappella di S.Ignazio all'interno della chiesa del Gesù Nuovo ma il dubbio che, dopo la morte a Gesualdo, venne trasferito lì, resta.
Le ricerche sono a questo punto, ancora a un bivio. E la verità storica, costruita tra la polvere delle antiche carte e gli sforzi di immaginazione, non è ancora stata completamente raggiunta. Tra i tanti misteri l'unica certezza che resiste, marchiata a fuoco nelle trame del tempo, è il sangue blu e la passione per la musica nelle vene. Per 2013 l'Istituto di Studi Gesualdiani si sta preparando per celebrare, appunto, il grande madrigalista.Sono previste revisione moderne dei brani che compose nel castello e studi sul ruolo della città di Gesualdo nella storia dell'editoria musicale in Europa. Ma accanto agli omaggi alla musica si pone ora la sfida, di romanzieri e studiosi, di scoprire, prima del compositore, l'uomo, Carlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mistero che più appassiona è forse quello della sepoltura. Il corpo di Carlo si trova a Napoli oppure nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie? Nel capoluogo partenopeo una scritta lo ricorda ai piedi della sontuosa cappella di S.Ignazio all'interno della chiesa del Gesù Nuovo ma il dubbio che, dopo la morte a Gesualdo, venne trasferito lì, resta.
Le ricerche sono a questo punto, ancora a un bivio. E la verità storica, costruita tra la polvere delle antiche carte e gli sforzi di immaginazione, non è ancora stata completamente raggiunta. Tra i tanti misteri l'unica certezza che resiste, marchiata a fuoco nelle trame del tempo, è il sangue blu e la passione per la musica nelle vene. Per 2013 l'Istituto di Studi Gesualdiani si sta preparando per celebrare, appunto, il grande madrigalista.Sono previste revisione moderne dei brani che compose nel castello e studi sul ruolo della città di Gesualdo nella storia dell'editoria musicale in Europa. Ma accanto agli omaggi alla musica si pone ora la sfida, di romanzieri e studiosi, di scoprire, prima del compositore, l'uomo, Carlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Loredana Zarrella
Ciao Lory! bel pezzo che brava sei :*
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