Le celebrazioni
Verso il quarto centenario della morte: oggi la consegna dei premi a Manzoni e Caraci Vela
Verso il quarto centenario della morte: oggi la consegna dei premi a Manzoni e Caraci Vela
DA IL MATTINO DI AVELLINO 2 giugno 2012
Loredana Zarrella
Saranno
due grandi personalità a inaugurare la stagione delle celebrazioni del principe
Carlo Gesualdo, 400 anni dopo la sua morte: il maestro Giacomo Manzoni,
docente, critico musicale, vincitore del Leone d’oro alla carriera per la
musica nel 2007, e Maria Caraci Vela, ordinario di Filologia musicale e di
Storia e critica dei testi musicali medievali e rinascimentali presso
l’Università di Pavia-Cremona. Un re della composizione e una regina della
filologia musicale, a cui il Comune di Gesualdo e l’Istituto Italiano di Studi
Gesualdiani hanno voluto assegnare un riconoscimento speciale, di prima
istituzione: il Premio «Principe Gesualdo», rivolto a chi, in tutte le arti e i
campi del sapere, abbia tratto ispirazione dal principe dei musici. Alla
cerimonia di consegna del premio oggi alle 19,30, nella Chiesa del Santisimo
Rosario, seguirà, un’ora dopo, il concerto dell’Ensemble vocale della Città di
Gesualdo, al suo debutto.
È l’avvio ufficiale delle celebrazioni del IV centenario della morte del grande madrigalista.
È l’avvio ufficiale delle celebrazioni del IV centenario della morte del grande madrigalista.
Al noto e illustre compositore
verrà assegnato il premio «Principe Gesualdo per la Musica» mentre la
professoressa Maria Caraci Vela riceverà il premio «Principe Gesualdo per la
Musicologia». Protagonisti e ospiti di prestigio in quel che fu feudo e dimora
del tormentato Carlo, Giacomo Manzoni e Maria Caraci Vela arriveranno
rispettivamente da Milano e da Cremona portando con sé un prezioso e ricco
bagaglio di conoscenze musicali che hanno deciso di condividere con gli altri:
il primo con un corso di composizione gratuito, di tre giorni, per i migliori
dodici studenti dei conservatori campani e lucani, l’altra con una lectio
magistralis («Gesualdo e l’editoria musicale nel tardo Rinascimento») che terrà
domani, alle 10, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove è custodita la
celebre Pala del Perdono.
Ha accettato con gioia il premio il grande compositore italiano, noto e apprezzato anche come autore di libri e come traduttore degli scritti teorici di Schönberg e dei saggi musicali di Adorno: «Mi onora ricevere il premio con questo enorme nome, Gesualdo, che mi schiaccia, si conclude un percorso che era cominciato quando ero studente, mai avrei immaginato, alla mia età avanzata, di avere questo approdo a Gesualdo». «Poter andare non da turista, ma con un incarico preciso nella terra di chi per me è stato uno dei fari della musica è una cosa che mi emoziona», continua Manzoni riferendosi al seminario che ha pensato per gli allievi dei conservatori appartenenti al feudo gesualdiano. Un master gratuito, per andare incontro alle difficoltà in un periodo di crisi, che si inserisce nel progetto di lungo respiro ideato dal presidente dell’Istituto di Studi Gesualdiani, Antonio Polidoro, di concerto con il direttore scientifico Giuseppe Mastrominico e gli altri componenti (Rosa Covino, Maria De Prisco, Giuseppina Finno, Giacomo Fulcoli, Chiara Forgione, Concetta Zarrella).
Per l’Istituto, sostenuto dal Comune e in particolare dal vicesindaco Raffaele Fulchini, è il momento di realizzare cose che restino nel tempo: da qui i contatti con la Facoltà di musicologia di Pavia-Cremona, unica in Italia, con il polo musicologico più grande al mondo per numero di docenti incardinati. Il gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Musicologiche e paleografico-filologiche agirà come una sorta di laboratorio di restauro dell’opera di Carlo Gesualdo per collocarlo meglio nel suo contesto, come non si era mai fatto prima, e valutarne l’originalità. «Il lavoro filologico all’interno dei testi musicali può condurre a nuove e importanti ricognizioni, e a un’analisi più sicura e articolata dello stile, delle tecniche compositive, dei rapporti o non rapporti coi modelli di riferimento di cui Gesualdo disponeva», spiega Maria Caraci Vela che curerà l’edizione critica del V libro dei madrigali a 5 voci mentre il VI sarà curato dal professore Antonio Delfino. Sarà un lavoro lungo e minuzioso che per il IV centenario della morte del principe si concentrerà sugli ultimi due libri dei madrigali a 5 voci, V e VI appunto, fatti stampare dal principe nella tipografia itinerante di Gian Giacomo Carlino installata nel castello di Gesualdo, mentre in futuro interesserà l’opera omnia.
Già si intravedono grandi scoperte e al vaglio degli esperti sono tutte le stampe antiche dei madrigali di Gesualdo. «L’edizione attualmente in uso - continua Caraci Vela - è quella che fu diretta da Weissman per la Ugrino Verlag (Amburgo, 1957-67): condotta da validissimi musicologi, è stata molto importante per la diffusione della musica di Gesualdo, ma appartiene a un’epoca un po’ remota della critica testuale. I libri dei madrigali, per esempio, sono stati trascritti non dalle edizioni che Gesualdo seguì e controllò, ma da un’edizione genovese uscita dopo la sua morte, con alcuni interventi considerati funzionali da chi li introdusse, ma che sono estranei alla scrittura dell’autore». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ha accettato con gioia il premio il grande compositore italiano, noto e apprezzato anche come autore di libri e come traduttore degli scritti teorici di Schönberg e dei saggi musicali di Adorno: «Mi onora ricevere il premio con questo enorme nome, Gesualdo, che mi schiaccia, si conclude un percorso che era cominciato quando ero studente, mai avrei immaginato, alla mia età avanzata, di avere questo approdo a Gesualdo». «Poter andare non da turista, ma con un incarico preciso nella terra di chi per me è stato uno dei fari della musica è una cosa che mi emoziona», continua Manzoni riferendosi al seminario che ha pensato per gli allievi dei conservatori appartenenti al feudo gesualdiano. Un master gratuito, per andare incontro alle difficoltà in un periodo di crisi, che si inserisce nel progetto di lungo respiro ideato dal presidente dell’Istituto di Studi Gesualdiani, Antonio Polidoro, di concerto con il direttore scientifico Giuseppe Mastrominico e gli altri componenti (Rosa Covino, Maria De Prisco, Giuseppina Finno, Giacomo Fulcoli, Chiara Forgione, Concetta Zarrella).
Per l’Istituto, sostenuto dal Comune e in particolare dal vicesindaco Raffaele Fulchini, è il momento di realizzare cose che restino nel tempo: da qui i contatti con la Facoltà di musicologia di Pavia-Cremona, unica in Italia, con il polo musicologico più grande al mondo per numero di docenti incardinati. Il gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Musicologiche e paleografico-filologiche agirà come una sorta di laboratorio di restauro dell’opera di Carlo Gesualdo per collocarlo meglio nel suo contesto, come non si era mai fatto prima, e valutarne l’originalità. «Il lavoro filologico all’interno dei testi musicali può condurre a nuove e importanti ricognizioni, e a un’analisi più sicura e articolata dello stile, delle tecniche compositive, dei rapporti o non rapporti coi modelli di riferimento di cui Gesualdo disponeva», spiega Maria Caraci Vela che curerà l’edizione critica del V libro dei madrigali a 5 voci mentre il VI sarà curato dal professore Antonio Delfino. Sarà un lavoro lungo e minuzioso che per il IV centenario della morte del principe si concentrerà sugli ultimi due libri dei madrigali a 5 voci, V e VI appunto, fatti stampare dal principe nella tipografia itinerante di Gian Giacomo Carlino installata nel castello di Gesualdo, mentre in futuro interesserà l’opera omnia.
Già si intravedono grandi scoperte e al vaglio degli esperti sono tutte le stampe antiche dei madrigali di Gesualdo. «L’edizione attualmente in uso - continua Caraci Vela - è quella che fu diretta da Weissman per la Ugrino Verlag (Amburgo, 1957-67): condotta da validissimi musicologi, è stata molto importante per la diffusione della musica di Gesualdo, ma appartiene a un’epoca un po’ remota della critica testuale. I libri dei madrigali, per esempio, sono stati trascritti non dalle edizioni che Gesualdo seguì e controllò, ma da un’edizione genovese uscita dopo la sua morte, con alcuni interventi considerati funzionali da chi li introdusse, ma che sono estranei alla scrittura dell’autore». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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