DA IL MATTINO DI AVELLINO 4 agosto 2012
Loredana Zarrella
Un concerto di musica e poesia, strette in un magico intreccio, risuonerà domani alle 21 tra le mura del castello ducale di Bisaccia in onore di Gramatio Metallo, il sacerdote-polifonista nato nel 1540 e morto nel 1615 che i bisacessi ricordano e hanno eletto come uno tra i più illustri e antichi concittadini. Non a caso a lui, compositore raffinato ed eclettico, sperimentatore di tutte le forme musicali del suo tempo, dal sacro al profano, è stato intitolato un premio internazionale di composizione, giunto quest’anno alla sua terza edizione e fortemente voluto dal Centro Studi «Gramatio Metallo», presieduto da Gaetano Macina, sotto la direzione scientifica di Antonio Polidoro e con il sostegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Frullone.
Per omaggiare il grande musicista arriveranno, nel cuore dell’Irpinia d’Oriente, l’attore Massimo Wertmuller, interprete di diversi ruoli per film e fiction, e il pianista Carlo Alberto Neri, presidente della giuria del concorso. Il celebre attore e doppiatore, allievo di Gigi Proietti, leggerà poesie di Gioacchino Belli mentre il pianista, compositore e direttore d’orchestra di fama internazionale, con Piero Raffaelli al violino e Luca Ricci al violoncello, eseguirà brani di Ludwig van Beethoven, Johann Strauss, Stanislao Gastaldon e musiche di Nino Rota ed Ennio Morricone.
Sarà un
concerto di rime e di note che vedrà impegnato, nella sua prima esecuzione
assoluta, anche Guido Ruggeri, il vincitore del concorso, autore della migliore
composizione originale del brano «Fantasmi» di Aniello Calcara per voce
recitante, violino, violoncello e pianoforte, così come richiesto dal bando
della competizione musicale. Eseguiranno le loro composizioni, ispirate alla
poesia su Bisaccia di Calcara, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi negli
anni Trenta, anche Aniello Montella e Alessandro Deledda a cui verrà
riconosciuta una menzione d’onore. Tre letture musicali dunque del brano di
Calcara, affidato alla recitazione di Wertmuller.
Soddisfatto dell’iniziativa
il presidente Macina: «Il concorso inizia ad avere una risonanza importante. Di
recente abbiamo riscoperto Metallo, nostro concittadino illustre e figura che
era stata dimenticata, non solo come musicista ma anche come uomo». Il
riferimento è alle esecuzioni del coro «Mysterium vocis» di Napoli, diretto da
Rosario Todaro, e alla pubblicazione degli atti del convegno di studi sul
grande polifonista tenutosi nel castello ducale nel 2010. È il primo volume, a
cura di Antonio Polidoro, pubblicato quest’anno, della nuova casa editrice «La
Stamperia del Principe», nome scelto in riferimento a quella che fu la
tipografia di Carlo Gesualdo, certosino supervisore della stampa delle sue
opere nei sotterranei del castello di Gesualdo. A seguito di quel convegno,
tavola rotonda a cui parteciparono esperti di diverse Università, oggi si conoscono
più cose sulla figura di Gramatio Metallo, sacerdote e musicista bisaccese,
contemporaneo di Carlo Gesualdo. Sono i dettagli di una vita che lui stesso ha
contribuito a tramandare ai posteri, grazie alle dediche (egli stesso definì
«Bisaccia, dolcissima patria mia») e alle annotazioni che lasciò sui suoi
libri.
Nato a Bisaccia, Metallo vi restò almeno fino all’età di 37 anni. Dalle
dichiarazioni fatte durante l’interrogatorio che subì al tribunale
dell’Inquisizione di Napoli nel 1571 per sospetta eresia, sappiamo che fu
maestro di musica a Sant’Angelo dei Lombardi, Vallata e Bisaccia e insegnante
della famiglia Brancaccio a Napoli. Fu maestro di cappella a Bassano del Grappa
e San Marcuola a Venezia. Lungo e avventuroso fu il suo pellegrinaggio in Terra
Santa. Le didascalie, relative ai luoghi o alle circostanze di composizione,
che tracciò sui testi delle sue opere costituiscono oggi un singolarissimo
diario musicale. Un diario, insieme di righe lasciate a margine dei suoi
mottetti, che narra di un viaggio attraverso diverse città, pieno di
disavventure e pericoli: fu processato e imprigionato a Candia nell’isola di
Creta, visitò Alessandria d’Egitto, Damietta, Gerusalemme, Nazareth, Betania e
il Cairo, tappa da cui iniziò il suo lungo viaggio di ritorno, tra le
difficoltà e i pericoli della navigazione.
Metallo morì a Roma, dove visse e
operò vicino agli ambienti vaticani. Della sua vicenda biografica restano certo
alcuni buchi neri, come i motivi della cattura in Oriente, l’accusa di eresia e
la rete delle conoscenze romane. Certo è che Gramatio Metallo fu un
instancabile e versatile compositore di messe, mottetti, villanelle, canzoni
d’intavolatura, perfino una moresca. Ma furono i suoi «Ricercari a due voci»,
ristampati diverse volte dall’autore ed editi anche dopo la sua morte, che lo
hanno consegnato alla storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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