La riflessione
La Città bruci, in tv, di sola passione collettiva
Puntate tutti di nuovo, media e politica, l’attenzione sugli Indignados, sui pacifisti con slogan precisi e urgenti da urlare. Oscurate presto le voci e le azioni criminose dei teppisti, di quei violenti senza ideali che hanno ingiustamente rubato loro la scena.
Merita lo spazio di un intero tg, e ancor di più quello dei palazzi del potere, la protesta del popolo degli indignati a Roma, centomila persone, arrivate da tutta Italia, alla ricerca della propria dignità. Perlopiù giovani, studenti, ricercatori, uomini dei sindacati, delle associazioni e dei centri sociali.
Censurate lo spazio amorfo, e rubato con l’inganno, delle maschere nere, degli infiltrati senza paura che hanno facilmente deturpato una città, purtroppo, impreparata.
Che questa sciocca e matta partita di scacchi, che ha preso il posto di una democratica manifestazione di massa, lasci presto i palinsesti delle trasmissioni perché non è questo lo scacco al re che il mondo si aspetta. L’ultima mossa, è ben altro, è intelligente, potente ed estesa a tutta la scacchiera internazionale: lotta a un capitalismo senza controllo, alle azioni spregiudicate delle banche, a una crisi che dissangua e mortifica, a una politica che ha negato ai giovani lavoro e dignità.
Ricolleghiamoci al mondo, ai movimenti di protesta delle altre città, ricuciamo quel filo che oggi pochi Black bloc hanno rotto in Italia. L’indignazione, quella vera e pura, riemerga nell’informazione, inizi di nuovo a urlare attraverso la carta, le pagine elettroniche, le radio e le tv. E’ questa la guerriglia che vogliamo sentire, pacifica e costruttiva, composta da tante anime in subbuglio. E’ la passione collettiva che i semiologi elogiano, non esagerata e non fine a se stessa, ma qualcosa di intimo e, insieme, condiviso, con messaggi importanti da trasmettere.
La Città bruci, in tv, di sola passione collettiva
Puntate tutti di nuovo, media e politica, l’attenzione sugli Indignados, sui pacifisti con slogan precisi e urgenti da urlare. Oscurate presto le voci e le azioni criminose dei teppisti, di quei violenti senza ideali che hanno ingiustamente rubato loro la scena.
Merita lo spazio di un intero tg, e ancor di più quello dei palazzi del potere, la protesta del popolo degli indignati a Roma, centomila persone, arrivate da tutta Italia, alla ricerca della propria dignità. Perlopiù giovani, studenti, ricercatori, uomini dei sindacati, delle associazioni e dei centri sociali.
Censurate lo spazio amorfo, e rubato con l’inganno, delle maschere nere, degli infiltrati senza paura che hanno facilmente deturpato una città, purtroppo, impreparata.
Che questa sciocca e matta partita di scacchi, che ha preso il posto di una democratica manifestazione di massa, lasci presto i palinsesti delle trasmissioni perché non è questo lo scacco al re che il mondo si aspetta. L’ultima mossa, è ben altro, è intelligente, potente ed estesa a tutta la scacchiera internazionale: lotta a un capitalismo senza controllo, alle azioni spregiudicate delle banche, a una crisi che dissangua e mortifica, a una politica che ha negato ai giovani lavoro e dignità.
Ricolleghiamoci al mondo, ai movimenti di protesta delle altre città, ricuciamo quel filo che oggi pochi Black bloc hanno rotto in Italia. L’indignazione, quella vera e pura, riemerga nell’informazione, inizi di nuovo a urlare attraverso la carta, le pagine elettroniche, le radio e le tv. E’ questa la guerriglia che vogliamo sentire, pacifica e costruttiva, composta da tante anime in subbuglio. E’ la passione collettiva che i semiologi elogiano, non esagerata e non fine a se stessa, ma qualcosa di intimo e, insieme, condiviso, con messaggi importanti da trasmettere.
Loredana Zarrella
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