La ferrovia che da Avellino portava a Rocchetta Sant'Antonio |
DAL MATTINO DI AVELLINO 04 marzo 2012
Loredana Zarrella
Viaggiare per non dimenticare. Sarà questo il leitmotiv oggi della Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate organizzata da «Confederazione per la mobilità dolce». Mentre in tutta Italia sono previsti viaggi su treni speciali, escursioni a piedi e in bicicletta su tratte ferroviarie in abbandono, in Irpinia l'appuntamento è fissato lungo la via dei ricordi della linea Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, ormai dismessa da oltre un anno. Vista l'impossibilità di muoversi su rotaie, il gruppo di «In loco motivi», che da tempo si batte per il recupero della tratta, ha annunciato un viaggio simbolico in autobus come azione di protesta civile: si sale ad Avellino sul «TrenoBus irpino del paesaggio» alla volta di due stazioni simbolo della ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio: Conza-Andretta-Cairano e Calitri, l'ultima fermata irpina. «E' una struttura che grida vendetta» afferma Pietro Mitrione, coordinatore dell'Osservatorio della Cgil di Avellino e membro di «In loco motivi». Si riferisce alla stazione di Conza, dove il fabbricato con una decina di stanze, la rimessa e gli appartamenti versano in uno stato di totale abbandono, più volte denunciato dallo stesso sindaco Vito Farese. Denunce che si uniscono a proposte fattive di riutilizzo: i fabbricati di Conza potrebbero diventare sede della Protezione civile.
I sostenitori della ferrovia, che ha oltre un secolo di onorato servizio alle spalle, portano avanti con forza le loro idee sin dall’ultima corsa, avvenuta il 12 dicembre 2010. Da allora la tratta fu sospesa, ma di fatto soppressa, per la Regione Campania, perché ritenuta antieconomica. Un taglio ai trasporti su ferro ritenuto inammissibile da Pietro Mitrione: «La tratta va recuperata perché in un territorio di montagna la ferrovia può e deve assolvere al ruolo di collegare paesi fra loro e la città capoluogo, perché attraversa un paesaggio dal grande valore ambientalistico e i nuclei industriali. L'integrazione ferro gomma sarebbe utile a potenziare l'apparato di protezione civile e avrebbe una valida funzione in caso di neve che, nelle nostre zone, è indispensabile non considerare un evento eccezionale». Il viaggio di oggi tra le valli del Sabato, del Calore e dell'Ofanto sarà la nuova occasione per sostenere la riapertura e la valorizzazione della storica ferrovia, voluta da Francesco De Sanctis e Giustino Fortunato. Inaugurata il 27 ottobre 1895, e lunga circa 120 km, la linea Avellino Ponte Santa Venere, poi diventata Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, attraversa Campania, Basilicata e Puglia. Fa parte degli 8000 chilometri di linee minori soppresse, abbandonate o in via di soppressione in tutta la Penisola. Sui suoi binari scorrono oggi dissapori politici ma anche le speranze dei suoi sostenitori, come In loco motivi che, già nel 2009, organizzò 25 corse turistiche sulla linea denominata «Treno irpino del paesaggio». Un'operazione culturale che trasformò il viaggio in una fruizione estetica dei luoghi, lungo le vie del vino, dei corridoi fluviali, dei borghi e dei parchi naturalistici. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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