DALLA PRIMA PAGINA DEL MATTINO DI AVELLINO 1 marzo 2012
Loredana Zarrella
hi non conosce bene la storia è destinato a riviverla, ecco perché sono qui, a raccontarvi le vicende della mia famiglia»:
così, citando Primo Levi, Amedeo Tedesco, figlio di una vittima delle Fosse Ardeatine, si è presentato ai ragazzi dell'Istituto Comprensivo «G.Gussone» di Villamaina. Un ospite d'eccezione che i docenti e il dirigente scolastico Rosa Anna Maria Repole hanno voluto per far comprendere ai ragazzi le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo. All'incontro, che si è svolto nella sala consiliare del comune di Villamaina, dove per l’occasione sono state esposte le ultime opere sulla Shoah di Alfonso Cavaiuolo, hanno partecipato anche gli istituti di Torella dei Lombardi e di Sant'Angelo dei Lombardi. Introdotti dal giornalista Pietro Palazzo, gli interventi del sindaco Stefania Di Cicilia, dell'assessore con delega alla Scuola, Erminia Di Rienzo, e di Rosa Anna Repole hanno rimarcato l'importanza di far conoscere alle nuove generazioni la tragedia dell’Olocausto. «E' un incontro importante - ha sottolineato il dirigente scolastico- con un forte valore educativo e formativo perché viviamo in una società multietnica, multireligiosa e multiculturale».
Accogliendo lo spirito del progetto, i ragazzi hanno letto poesie, fatto riflessioni e domande.
Commosso dall'accoglienza calorosa, Amedeo Tedesco ha ripercorso i tragici momenti tra la promulgazione delle leggi razziali e le deportazioni nei campi di sterminio, con particolare riferimento all’occupazione nazista di Roma, sua città natale, tra il 1943 e il 1944. Una lezione di storia sui generis fatta con il cuore, da chi porta ancora attaccata alla pelle la storia della sua famiglia, vittima della furia nazista. In tanto orrore, nel racconto di Amedeo, c'è spazio però anche per il bene: sono gli atti di generosità delle famiglie che diedero rifugio a lui, a sua madre e altri suoi parenti, è il sarto che offrì a suo padre il retrobottega come nascondiglio, prima di essere catturato, e poi ucciso, a soli 31 anni. Come simbolo di speranza per il futuro, Amedeo e i suoi nuovi amici della scuola media di Villamaina hanno piantato un alberello di ulivo. L'augurio è quello che ci siano sempre più persone nel giardino dei Giusti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento