martedì 3 settembre 2013

De Simone e Gesualdo: «Un'opera aperta»

De Simone: «Liberare Gesualdo dai musicologi»
DA IL MATTINO DI AVELLINO 3 settembre 2013

Loredana Zarrella

        Un ospite d’eccezione è stato accolto, ieri pomeriggio, dall’Istituto di Studi gesualdiani, l’ente di emanazione comunale che ha organizzato un’intensa settimana di celebrazioni per il IV centenario della morte di Carlo Gesualdo. Ottanta anni compiuti da poco e con una carriera da grande compositore, regista e letterato,  Roberto De Simone ha scelto di presentare in anteprima nazionale, nel piccolo paese irpino, dove è cittadino onorario, la sua ultima opera «Cinque Voci per Gesualdo», in uscita per Einaudi. All’incontro istituzionale, con il sindaco Domenico Forgione, hanno partecipato anche la giornalista Armida Parisi, il presidente del Teatro Carlo Gesualdo di Avellino Luca Cipriano e Loredana Conti, soprintendente ai beni librari della Regione Campania e commissario straordinario Ept di Avellino. 
Illustrata da Armida Parisi, l’ultima fatica letteraria di De Simone sarà disponibile nelle librerie dal 17 settembre. 

«Mi sono incontrato con Gesualdo perché penso che abbia pensieri simili – ha detto il maestro - Nella mia opera ho tentato di mischiare scrittura e oralità facendo indagini sulle fonti dei madrigali del principe. Una cosa però mi dispiace. Ho il dubbio che le “Sacre cantiones” di Gesualdo custodite nella Biblioteca dei Girolamini siano state vendute dal momento che quando ne ho fatto richiesta mi è stato risposto che non era possibile saperlo perché la biblioteca era sotto sequestro. Se davvero è così significa che l’umanità ha perso stampe di impagabile valore. Napoli è diventata terra di nessuno e gestita in maniera indecente».
Nel suo intervento De Simone non poteva non soffermarsi sull’opera del suo caro e antico ispiratore: «L’eredità di Gesualdo non sta nella presunzione di riprodurlo. Lui ha lasciato, invece, un’opera aperta. Il futuro sarà dunque quello di renderlo fruibile e suscettibile di variabili in tutti i tempi del futuro. Mi dispiace che la musicologia renda convenzionale la sua musica. In realtà in Gesualdo c’è un tipo di vocalità nuova con sonorità inedite. E’ riuscito a far spaziare le voci in ambiti impraticabili in un solo registro musicale. Le sue voci spaziano in un’ampia tessitura».
Dall’incontro è emerso dunque la figura di un uomo visionario e senza tempo e intorno a cui, come hanno precisato Loredana Conti e Luca Cipriano, è bene si costruisca una rete culturale. «Credo che sia indispensabile avere un approccio alla cultura di tipo manageriale - ha affermato Cipriano – dobbiamo dunque creare una rete con De Simone e con Portici, dove è nata una scuola di musica». «Consideri il nostro teatro il suo teatro» ha poi detto rivolgendosi a De Simone e rispondendo all’appello lanciato da Armida Parisi di trovare un luogo in cui l’opera del maestro napoletano possa essere rappresentata.  «Si tratta di un’opera innovativa e immaginifica, l’opera di un uomo che, a 80 anni, ha ancora il coraggio di costruire sogni e aprire la mente a sfide nuove» ha affermato Parisi. Cinque voci per Gesualdo è infatti un’opera teatrale in cui ci sono dieci quadri scenici intervallati da madrigali. Dieci gli attori mentre le partiture sono costruite su sedici arpe e sei cantanti.  E’ un’opera complessa che sviscera problematiche storiche, che fa riferimenti all’attualità («c’è un altro Carlo che trascura la sua donna», si legge a un certo punto, richiamando la figura di lady Diana) e che fa proprie suggestioni di tipo filosofico.
In serata, un concerto in suo onore, di Carlo D’Angiò ha ripercorso in note le tappe della sua bellissima carriera. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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