sabato 9 luglio 2011

Gesualdo, musica verso l'anno di Carlo

L'apertura delle manifestazioni in omaggio al Principe. Con il mistero della stamperia
DAL MATTINO DI AVELLINO 08/07/2011

Sarà la musica dei più grandi operisti italiani del Risorgimento a inaugurare le nuove attività dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, l’ente a cui il Comune di Gesualdo ha affidato, con delibera consiliare del 2005, la gestione dei servizi culturali. Nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia non potevano che essere gli inni patriottici a riavviare l’ente culturale che, ora formalmente nel pieno esercizio delle sue funzioni, ha annunciato diverse iniziative in vista delle celebrazioni dell’8 settembre 2013, quattrocentesimo anniversario della morte del principe madrigalista Carlo Gesualdo. Doppia simbolica celebrazione dunque oggi, quando alle 20,30, nella Chiesa del Santissimo Rosario, dopo i saluti istituzionali, il coro «Francesco Florimo» del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli eseguirà i canti risorgimentali tratti dalle opere di Verdi e Bellini. In programma il «Va’ pensiero», cuore del «Nabucco», creazione di uno dei compositori più patriottici, non a caso invitato a far parte del primo parlamento del Regno d’Italia. Nella scaletta delle esecuzioni non poteva mancare il «Canto degli Italiani», musicato da Michele Novaro, più noto come l’«Inno di Mameli» dal nome del giovane patriota autore del testo.
Il concerto rappresenta il contributo dell’ente gesualdiano e del Comune per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Un omaggio musicale, in virtù delle finalità dell’Istituto e della storia del luogo, culla dei celeberrimi madrigali del principe Carlo. Alla manifestazione, organizzata dall’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, e promossa dal Comune di Gesualdo, dalla Regione Campania e dalla Provincia di Avellino, parteciperanno le autorità religiose e civili, tra cui il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, l’assessore alla Cultura, Giuseppe Del Mastro, gli assessori al Turismo, Raffaele Lanni, e all’Ambiente, Domenico Gambacorta. L’introduzione sarà affidata al consigliere provinciale Franco Di Cecilia dopo i saluti del sindaco Carmine Petruzzo e del vicesindaco e assessore alla Cultura, Raffaele Fulchini.
Il coro, che si avvarrà del collaboratore pianistico Angelo Gazzaneo, sarà diretto da Elsa Evangelista, nella sua prima uscita pubblica da nuovo direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli. Esordio anche per l’ente di emanazione comunale che, dopo un periodo iniziale di utili sperimentazioni, intende ripresentarsi al grande pubblico con un programma ricco e articolato, in vista del 2013, l’anno del quarto centenario dalla morte di Carlo Gesualdo. Non si tratta di un semplice cartellone di eventi ma di iniziative di lungo respiro che intendono rilanciare la figura del principe e rendere Gesualdo una città della musica, centro di riferimento nella cultura musicale europea.
L’Istituto comunicherà quattro progetti: pubblicazione in una revisione moderna, affidata a un grande specialista di musica rinascimentale, dei brani che il principe realizzò nel castello; saranno poi registrati e pubblicati i brani oggetto di questa revisione con la collaborazione di un coro specializzato nel periodo in cui operò il madrigalista; istituzione di un premio di una tesi di laurea sul principe Carlo tra gli studenti delle facoltà di Lettere e Filosofia e Musicologia di tutte le università italiane (il premio consisterà nella pubblicazione della tesi); sarà commissionato infine uno studio sul ruolo della città di Gesualdo nella storia dell’editoria musicale in Europa. Mentre si profilano grandi progetti e celebrazioni per i quattrocento anni dalla morte del Principe dei musici, l’intento dell’Istituto di Studi Gesualdiani è quello di riconsiderare Gesualdo anche come sede di un’importante stamperia musicale. 
Dopo aver fatto pubblicare inizialmente alcuni suoi madrigali a Ferrara, a Venezia, e poi a Napoli, il principe fece installare una stamperia nei sotterranei del castello. Qui, esattamente quattrocento anni fa, nel 1611, il principe, che amava seguire personalmente le edizioni delle sue opere, vi stampò gli ultimi due libri dei «Madrigali a cinque voci», il V e il VI, e la sua ultima opera sacra, i ventisette «Responsoria et Alia ad Officium Hebdomadae Sanctae Spectantie» a sei voci. Nulla oggi resta di quell’antica officina, testimonianza purtroppo dispersa di un patrimonio inestimabile. Nulla vieta però oggi, almeno, di immaginare quelle stanze sotterranee, l’odore dell’inchiostro, il rumore delle macchine e un principe moderno che seguiva con passione quella delicata e certosina operazione di stampa. È la musica, bellezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Loredana Zarrella

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