giovedì 1 settembre 2011

IL LIBRO - Carrabs, la poesia che aiuta a guarire

DAL MATTINO DI AVELLINO 1 settembre 2011

Loredana Zarrella



La poesia concorre alla resilienza o crescita post-traumatica, ossia la guarigione dopo la malattia. E' quanto sperimentato, per la prima volta in Italia, nel reparto di Ematologia pediatrica dell'Ospedale «San Gerardo» di Monza dove, nel 2009, per un anno, è stato allestito un laboratorio di poesia, affidato dal primario Giuseppe Masera ad Antonetta Carrabs,poetessa originaria di Gesualdo, insegnante di scuola primaria, presidente dell'associazione culturale umanitaria «Zeroconfini Onlus». Un'esperienza vincente suggellata da un libro, «I miei sogni son come conchiglie»(«I miei sogni son come conchiglie», Bur ragazzi Rizzoli, euro7),una raccolta di poesie dei bambini malati di leucemia, in cura all'ospedale di Monza, che hanno partecipato al laboratorio.


E' la natura la protagonista assoluta dei loro versi: le voci degli alberi, l'acqua, la terra, il fuoco, l'aria. «Ho fatto loro ascoltare i versi dei più grandi poeti e, con mia grande sorpresa, l'appuntamento con la poesia, ogni mercoledì, è diventato per loro molto atteso, speciale» ha affermato l'insegnante-poetessa. Il libro, il cui ricavato sarà devoluto alla ricerca, raccoglie anche poesie inedite di poeti italiani: Belluomini, Calabrese, Cucchi, Del Serra, Lamarque, Oldani, Piumini, Spaziani. Pochi giorni fa intanto è arrivato un prezioso riconoscimento: il premio «Mirella Cultura» di Pontedilegno. L'obiettivo più ambizioso è però quello di esportare il progetto in altri ospedali. E' quanto sta cercando di fare il professore Masera, il medico, conosciuto in ambito internazionale, che avviò la sperimentazione in Nicaragua, dove ora, grazie, a un gemellaggio, l'ospedale di Managua «La Mascota» cura i piccoli malati con tecniche più evolute.
Nel 2005 Masera, convinto del potere della poesia, convinse il poeta Ernesto Cardenal a sperimentare il metodo a Managua, con ottimi risultati. Fu realizzato un libro, «Sarebbe triste se non ci fosse l'arcobaleno» che, come quello curato da Antonetta Carrabs, racchiude i sogni, il brio, la semplicità e la sconvolgente maturità dei bambini. Stupisce in effetti leggere alcuni versi dei piccoli ospiti nel reparto di Monza. Come quelli di Luca che hanno dato il nome al libro: «I miei sogni sono come conchiglie/della forma delle mie pastiglie/abbandonate sulla riva/priva di vita». O come quelli di Paolo che, dopo aver abbracciato un albero, scrive di aver avvertito l'amore per il mondo. La sfida, partita in Nicaragua, dove i talleres de poesia riempiono gli stadi, si è trasferita ora in Italia, con un messaggio chiaro da diffondere: la poesia può diventare un'importante componente della terapia e aiutare a superare i momenti più difficili. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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