giovedì 25 aprile 2013

Ildebrando nelle terre del Principe

"Un viaggio chiamato Gesualdo", Gustaw Herling e il madrigale funebre del musico Carlo

DA IL MATTINO DI AVELLINO
20 aprile 2013


Loredana Zarrella
    Una città magica e misteriosa, incastonata, come un gioiello, tra le verdi valli irpine. Così Gesualdo è probabilmente apparsa agli occhi dei tanti illustri viaggiatori, italiani e stranieri, che l’hanno visitata, spinti dal desiderio di trovare spunti e indizi utili a un’eventuale ricostruzione letteraria e filmica o a una produzione musicale vicina al grande genio Carlo Gesualdo. Tra questi, lo scrittore polacco, autore di «Un mondo a parte», Gustaw Herling, che approdò, da letterato curioso a caccia di ispirazione, nella cittadina del Principe dei Musici agli inizi degli anni ’90. Una visita che verrà ricostruita domani, alle 17 nella sala convegni dello storico Palazzo Pisapia a Gesualdo da Marta Herling, figlia di Gustaw e segretario generale dell’Istituto italiano per gli Studi Storici. Con lei ne parleranno Titti Marrone, una delle firme più note del giornalismo napoletano, e Ortensio Zecchino, autorevole intellettuale e politico irpino. «Un viaggio chiamato Gesualdo – il racconto di Gustaw Herling» è il titolo dell’incontro voluto dal Centro Unla di Gesualdo che, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, ha deciso di ripercorrere le tappe di quel fervente turismo culturale di cui è stato meta il piccolo centro visitato da artisti come Igor Stravinsky, Salvatore Sciarrino, Franco Battiato, Werner Herzog, Roberto De Simone.


Patrocinata dall’Istituzione Teatro Comunale «Carlo Gesualdo» di Avellino, presieduta da Luca Cipriano, l’iniziativa vedrà anche la partecipazione dall’attore Paolo Capozzo che leggerà alcune pagine di «Madrigale funebre», il racconto di Gustaw Herling che fa parte della raccolta «Don Ildebrando» edita da Feltrinelli. Originale e dalla scrittura realistica, con uno sguardo all’interiorità, «Madrigale funebre» è la storia della sua ricerca intorno alla figura di Carlo Gesualdo.
Lo scrittore scoprì il principe madrigalista attraverso diverse letture, scovate negli antiquari di Napoli, città che perlustrò in lungo e in largo a partire dal 1955, quando si stabilì definitivamente nella città partenopea dopo la fine della guerra e l’internamento in un gulag per due anni. Fu, in particolare, un libro di Aldous Huxley, con un capitolo dedicato alla figura del principe di Venosa, che lo spinse ad approfondire le ricerche. Decise così di visitare Gesualdo: «Il suo racconto non è solo un incontro col grande musicista – spiega Marta Herling - ma è anche un percorso che mio padre conduce nei luoghi del principe, a Napoli, dove Carlo visse con Maria d’Avalos, fino a Gesualdo che mio padre visitò. Nel suo scritto ci sono infatti accenni e riferimenti legati a questa visita che fece con mia madre e mia zia. Non sono mai stata a Gesualdo e sono molto felice perché mio padre mi raccontò molto di questa visita. È grande in me la curiosità di conoscere i luoghi che sono dietro e dentro questo racconto».
Significativo, per Marta Herling, il fatto che questo primo ciclo di incontri sia stato dedicato a suo padre: «È un’occasione importante per far conoscere un’opera poco conosciuta. In Polonia il racconto ha avuto grande riscontro e molte recensioni. Nel suo paese natio mio padre ha contribuito a far conoscere la figura di Carlo Gesualdo».
Introvabile ormai, nelle librerie, l’edizione Feltrinelli del 1999, l’impegno, da parte dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, e del direttore Giuseppe Mastrominico, è quello di dare vita a una nuova ristampa a opera della nuova casa editrice «La Stamperia del Principe»: «Una bellissima iniziativa. – commenta Marta Herling – Nella nuova edizione si potrebbero inserire altri materiali che ho». Si tratta di quelle fonti inedite, o meglio disponibili solo in polacco, che Marta Herling utilizzerà domenica per ricostruire il viaggio gesualdiano del padre, che rilasciò più di un'intervista a tal riguardo.
Figlia di Gustaw Herling e nipote di Benedetto Croce, Marta Herling incontrerà Titti Marrone, la prima giornalista che nel 1991 per «Il Mattino» bussò alla porta dello scrittore polacco, come lui stesse le riferì. «Scrittore di grande prestigio letterario e civile perché autore di una denuncia straordinaria sul gulag sovietico, Herling fu per molto tempo ignorato completamente dall’intellighenzia italiana ed europea. Anche gli ambienti intellettuali liberali lo destinarono a una specie di ostracismo». Quando il pregiudizio nei suoi confronti cessò, vennero pubblicate in Italia tutte le sue opere. Marrone ebbe diversi incontri con lo scrittore, in cui discutevano di letteratura e di post-comunismo. «Herling – ricorda Marrone – definiva ”Don Ildebrando” e gli altri racconti gialli metafisici. Il giallo è vicino, non a caso, alla stessa figura di Gesualdo, autore di grandi madrigali ma allo stesso tempo anche assassino». © RIPRODUZIONE RISERVATA




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